ERMINIO SPALLA

Attore, scultore e peso massimo italiano

Erminio Spalla (Borgo San Martino, 7 luglio 1897 – Roma, 14 agosto 1971) è stato un pugile, attore, scultore e cantante lirico italiano. Fu il primo pugile italiano a conquistare il titolo di Campione europeo, negli anni venti. Era il fratello minore di Giuseppe Spalla, anch’egli pugile.Spalla iniziò la carriera professionistica alla fine del 1918 e ciò non gli permise di partecipare ai Giochi Olimpici di Anversa del 1920. Nell’estate del 1919 gareggiò nel torneo di pugilato dei Giochi Interalleati di Parigi, manifestazione riservata ai militari alleati che avevano combattuto nella prima guerra mondiale. Furono 18 le nazioni presenti (tra cui l’Hegiaz – ora Arabia Saudita – e Terranova che rimase indipendente dal Canada fino al 1949), 17 gli sport in programma. Spalla fu iscritto nella categoria dei mediomassimi (fino a 175 libbre di peso, circa 79 kg) e vinse il titolo proprio nell’ultimo giorno dei Giochi, domenica 6 luglio, sconfiggendo in finale l’australiano John W. Pettybridge.Nel 1919 salì sul ring contro il fratello Giuseppe (entrambi i fratelli erano pesi massimi) e il match finì in parità. Il 5 settembre 1920 divenne campione d’Italia “assoluto” sconfiggendo l’ancora imbattuto milanese Eugenio Pilotta per KO al 4º round. Successivamente intraprese un tour che lo portò a combattere prima a Berlino, poi a Londra e negli Stati Uniti. Nella capitale tedesca pareggiò contro il campione locale Hans Breitenstraeter e poi subì la sua prima sconfitta, per KO alla sesta ripresa sotto i pugni dell’inglese Tom Cowler. In terra britannica ottenne due vittorie prima del limite e una sconfitta ai punti.Spalla esordì sui ring d’oltre oceano il 21 maggio 1921, a Newark, spedendo al tappeto dopo soli 2’06” della prima ripresa Frank Hagney. Combatté altre quattro volte negli Stati Uniti, totalizzando due vittorie (una prima del limite) e due sconfitte ai punti. Il 7 maggio 1922, al Velodromo Sempione di Milano, dimostrò la sua superiorità sul tedesco Breitenstraeter, mettendolo fuori combattimento alla settima ripresa. Dopo altri nove incontri, tutti vinti (sette prima del limite), Spalla si prese la rivincita con l’inglese Cowler, battendolo per KO alla sesta ripresa, al Teatro Adriano di Roma. Qualche giorno dopo, per tale impresa ricevette i complimenti del Capo del Governo Mussolini. Nel frattempo, in Patria, era stato allestito un combattimento valido per il titolo italiano dei pesi massimi tra Giuseppe Spalla e il romano Mariano Barbaresi, terminato con la vittoria del fratello di Erminio, per abbandono alla nona ripresa.Rientrato in Italia, Erminio Spalla il 20 maggio 1923, all’Arena di Milano, sconfisse ai punti in 20 riprese l’olandese Piet van der Veer, divenendo il primo italiano a conquistare la cintura di campione d’Europa di pugilato. Difese il titolo, ancora a Milano, contro il belga Jack Humbeeck, pareggiando dopo venti riprese.Furono, quindi, unificate dalla Federazione pugilistica la categoria assoluta (di cui Erminio era detentore del titolo) e quella dei pesi massimi, con il riconoscimento di Erminio Spalla come unico detentore. Ciò permise a Spalla di mettere vittoriosamente in palio titolo italiano e titolo europeo, il 1º dicembre 1923, sconfiggendo Mariano Barbaresi sul ring ostile del Teatro Adriano, per KO tecnico alla quinta ripresa.Nel 1924, Erminio Spalla partì per il Sud America dove, il 7 marzo, a Buenos Aires, affrontò l’idolo locale Luis Ángel Firpo, detto “Il toro selvaggio della Pampa”. Sul palcoscenico del pugilato mondiale, all’epoca, Firpo era considerato un vero “re senza corona”, per aver affrontato e scaraventato fuori dal ring, alla prima ripresa, niente meno che il campione del Mondo Jack Dempsey, prima di essere messo fuori combattimento alla ripresa successiva, in un celebre combattimento che fu chiamato “l’incontro del secolo”. Spalla resistette per quattordici riprese dopo aver spedito al tappeto il campione argentino nel nono round, poi fu dichiarato sconfitto per Ko tecnico. In seguito salì sul ring della Palestra Italia di San Paolo per affrontare il giovane brasiliano Benedicto Dos Santos, imbattuto dopo tre incontri vinti alla prima ripresa. Il campione italiano lo sconfisse per k.o. alla nona ripresa dopo avergli inflitto numerosi atterramenti.Dos Santos sarebbe uscito menomato dall’incontro e qualche anno dopo lo stesso Spalla avrebbe devoluto l’incasso di una sua esibizione in Brasile a favore della famiglia del pugile brasiliano.Tre mesi più tardi, allo Yankee Stadium di New York, Spalla affrontò il fuoriclasse Gene Tunney, astro nascente del pugilato e futuro campione mondiale. Alla prima ripresa, con un destro al mento, il campione europeo mandò al tappeto lo statunitense che, però, riuscì a rialzarsi. Nel prosieguo del match, una serie continua di colpi da parte di Tunney procurava delle serie ferite al labbro e al naso dell’italiano; al 7º round, tuttavia, secondo le cronache, la reazione di Spalla aveva trasformato l’incontro «in una rabbiosa sfida di wrestling» conclusa con la caduta al tappeto del suo avversario, quando il match fu interrotto dall’arbitro, non per squalifica, ma per KO tecnico in favore del pugile di casa. Secondo Spalla, tale sconfitta fu immeritata, in quanto il match sarebbe stato interrotto senza motivo, per errore arbitrale.Il 28 settembre 1924, a Milano, Spalla concesse la rivincita per il titolo europeo all’olandese van der Veer, sconfiggendolo nuovamente ai punti in 20 riprese. Nel 1926 tornò in Argentina, dove disputò una nuova sfida con Firpo, che si concluse con una vittoria ai punti sulle 12 riprese – come sostiene lo stesso Spalla nel suo libro autobiografico Per le strade del mondo – anche se, ufficialmente, il sito Boxrec riporta una sua sconfitta. Perse, quindi, il titolo europeo, nel maggio del 1926, a Barcellona, sconfitto ai punti dal basco Paulino Uzcudun, futuro avversario di Primo Carnera.Dopo un vittorioso incontro a Milano, per KO alla terza ripresa, contro l’olandese Daan Holtkamp, Spalla intraprese un altro viaggio in Argentina per affrontare, a Buenos Aires, il gigantesco Victorio Campolo, alto più di due metri, da cui fu sconfitto per KO alla settima ripresa.Nel 1927, perse anche il titolo italiano, contro Riccardo Bertazzolo, per KO alla seconda ripresa e si ritirò dal pugilato.