La boxe come esercizio del corpo ma anche della mente

Gli intellettuali sono spesso associati al mondo delle idee, della cultura e della riflessione. Tuttavia, alcuni di loro possono sorprendere con interessi e attività inaspettate. La boxe, uno sport che richiede forza, resistenza e coordinazione, potrebbe sembrare lontana dall’immagine tradizionale dell’intellettuale. Ma come diceva il filosofo Massimo Cacciari, l’intellettuale è semplicemente colui che usa l’intelletto per fare al meglio possibile ciò di cui è capace1. Quindi, perché non immaginare intellettuali che si cimentano anche nella boxe?

Ecco alcune riflessioni su questa insolita combinazione:

Il Pugile Pensante: Immagina un filosofo che, tra una lettura di Kant e una di Nietzsche, si allena nel ring. Forse la sua tesi di dottorato riguarda l’etica della destra diretta o la metafisica del gancio sinistro.


Il Poeta Pugile: Un poeta, con la sua sensibilità per le parole e le emozioni, potrebbe trovare nell’arte della boxe una forma di espressione fisica. I suoi versi potrebbero danzare come un pugile agile sul quadrato.


L’Intellettuale da Biblioteca al Sacco: Questo personaggio potrebbe portare i suoi libri preferiti nel suo zaino da palestra. Tra una serie di sollevamenti pesanti e una sessione di sacco da boxe, potrebbe citare Shakespeare o Foucault.


Il Filosofo del Knockout: Immagina un professore di filosofia che, durante le sue lezioni, discute di epistemologia e poi, fuori dall’aula, sferra potenti ganci destri. Forse la sua tesi è che la verità si trova nel pugno ben assestato.


In realtà, la boxe può essere ed è un’attività fisica che coinvolge la mente e il corpo. Non è solo una questione di muscoli, ma anche di strategia, disciplina e concentrazione. Quindi, sì, potrebbe esserci spazio per intellettuali che fanno boxe. Chissà, forse il prossimo grande saggio filosofico sarà scritto da un pugile con un guantone in una mano e una penna nell’altra! 🥊📚