SONNY LISTON

“Un uomo”

Sonny Liston, nome completo Charles L. Liston (Sand Slough, 8 maggio 1932 – Las Vegas, 30 dicembre 1970), è stato un pugile statunitense, campione mondiale dei pesi massimi dal 1962 al 1964 e riconosciuto dalla International Boxing Hall of Fame fra i più grandi pugili di ogni tempo.Protagonista dell’età d’oro della boxe, ancora pesantemente condizionata dalla mafia, Sonny Liston è stato il primo importante avversario di Muhammad Ali. Charles L. Liston, detto Sonny, nacque nella Morledge plantation, una piantagione di cotone in una sperduta zona paludosa dell’Arkansas tra i 25 figli di un mezzadro abusivo, Tobe Liston, tredicesimo figlio della sua seconda moglie Helen Baskin. Anni dopo, così Liston riassumeva in un’intervista a un quotidiano statunitense la sua infanzia nella piantagione: Da piccolo non ho avuto niente se non un mucchio di fratelli e sorelle, una madre inutile e un padre che se ne fregava di noi. Siamo venuti su con pochi vestiti, niente scarpe, poco da mangiare. Mio padre mi faceva lavorare duramente e duramente mi frustava. Secondo le indagini della polizia del Missouri, dopo la separazione dei genitori, nel 1946, il giovane Liston seguì la madre Helen a St. Louis, dove la donna aveva trovato un impiego come operaia in una fabbrica di scarpe. I rapporti di polizia riferiscono che a St. Louis invece di andare a scuola entrò a far parte di un gruppo di piccoli delinquenti dediti a furti e rapine. Le modalità erano sempre le stesse: il giovane Liston immobilizzava con la sua forza erculea la vittima, che veniva rapinata dai suoi compagni. In qualche caso tramortiva con un pugno la vittima. Secondo la sua biografia, il ragazzo, che tutti chiamavano Sonny, appariva straordinariamente dotato per la boxe: pesante a soli vent’anni 92 chili per 1 metro e 84, aveva un collo taurino (52 cm di giro) e mani dalle proporzioni gigantesche (la circonferenza del pugno misurava “39 cm”.), tali da richiedere speciali guantoni confezionati appositamente per lui. La breve carriera dilettantistica di Sonny Liston fu ricca di successi. Una curiosità riguarda l’unica sconfitta da dilettante di Liston, avvenuta contro il giovane “Big” George Brock di St. Louis, divenuto in seguito un celebre cantante blues. “I’m the man who beat Sonny Liston” è un brano del suo disco “Round Two” del 2006. I rapporti dell’FBI riferiscono che il Mitchell aveva fatto entrare Sonny Liston nell’orbita di un importante organizzatore che faceva parte della mafia del pugilato, John Vitale. Questi ne affrettò l’esordio professionistico, che avvenne il 2 settembre 1953, quando Liston sconfisse per KO tecnico Don Smith, pugile di Louisville. L’incontro durò soltanto 33 secondi: Smith fu colpito al volto da Liston, e finì subito al tappeto. L’arbitro Jimmy Parker constatò che Smith non era in grado di proseguire, anche per un brutto taglio all’occhio destro. Nei tre anni successivi, il boxeur conseguì vittorie contro una ventina di pugili, tra cui il quotato Johnny Summerlin, sconfitto per due volte ai punti a Detroit nel 1954. Nel 1959 il pugile arrivò al primo posto nelle classifiche mondiali vincendo quattro match per KO e sconfiggendo Mike DeJohn in sei riprese, Willie Besmanoff, il primo sfidante al titolo Cleveland Williams, battuto per KO alla terza ripresa, e il forte cubano Nino Valdes, crollato al tappeto nella terza ripresa. Risulta dalla generalità delle fonti ufficiali e giornalistiche che il pugilato degli anni cinquanta, in cui gareggia Liston, era uno sport dominato dal gioco esasperato delle scommesse e controllato dalla mafia. Lo spettacolo del ring non conosce ancora la Tv satellitare ma ambienti popolati da loschi figuri. La stampa del tempo non mostrava simpatia per il pugile, ritenuto un gangster legato alla malavita. Il 25 febbraio 1964 l’organizzazione del boss Frankie Carbo fissò un incontro con Cassius Clay, all’epoca in procinto di convertirsi all’Islam e cambiare il suo nome in Muhammed Alì. Il divario tra i due pugili appariva enorme: nell’imminenza del match ben 43 giornalisti su 45 indicarono Liston come il favorito. Anche gli allibratori non davano molte chance allo sfidante. Suscitò dubbi la brusca variazione delle quotazioni nell’immediata vigilia del match: la vittoria di Ali passò dall’iniziale 1 a 7 alla sorprendente quota di 1 a 2. Il match, disputatosi a Miami in Florida, ebbe una evoluzione assolutamente imprevista. Fin dal primo round il campione, invece di presidiare il centro del ring, andò all’attacco. Lo sfidante danzava agilmente, puntualmente schivando pugni terrificanti che andavano a vuoto. Ali riuscì così a evitare per le prime riprese contatti ravvicinati e inoltre riuscì a colpire ripetutamente d’incontro il campione, aprendogli con un colpo un profondo taglio sotto l’occhio sinistro. L’incontro continuò così anche nelle riprese successive, tanto che l’ex campione Joe Louis, che commentava il match a bordo ring, osservò che Liston stava sbagliando tutto. Nel terzo round vi furono numerosi scambi ravvicinati, con la prevalenza di Ali, ancora freschissimo nonostante il grande movimento. Liston riuscì in una occasione a entrare nella guardia di Ali con il sinistro, ma non affondando il colpo. Nel quarto round Ali protestò vivamente per bruciore agli occhi, probabilmente causato da una pomata cicatrizzante finita sui guantoni dell’avversario oppure da un preparato per accecare l’avversario (il cosiddetto “muscatele”), trucco astutamente ideato dai secondi del campione. Liston si aggiudicò quarto e quinto round mettendo in difficoltà Ali, colpito con combinazioni di destro e sinistro. Lo sfidante tuttavia tenne a distanza il campione risalendo in cattedra nel sesto round, durante il quale mise a segno alcuni colpi di grande efficacia scenica. All’inizio del settimo round, Sonny Liston non si rialzò dall’angolo denunciando un dolore alla spalla sinistra. La stampa dell’epoca descrisse il campione nel suo angolo come un uomo demoralizzato e invecchiato di dieci anni, che abdica soverchiato dal giovane sfidante. Tuttavia al momento della sospensione le valutazioni dei giudici di gara indicavano perfetta parità: il giudice Felix valutava 57-57, Bernie Lovett 58-56 a favore di Liston, Gus Jacobson 58-56 a favore di Ali. L’incontro fu dichiarato il miglior match del decennio, anche se Liston, che in nessuna fase del match aveva mostrato la furia distruttiva che lo contraddistingueva, aveva chiaramente deluso le aspettative. Il match di rivincita – dapprima fissato per il novembre 1964 – subì un rinvio di sei mesi a causa di una operazione di ernia intestinale cui fu sottoposto Muhammad Ali. Sonny Liston, che all’appuntamento di novembre era arrivato in gran forma dopo durissimi allenamenti, smise di allenarsi e affrontò l’incontro nel maggio successivo mal preparato. Immagini dell’epoca mostrano Liston come un uomo invecchiato e talvolta impaurito. In quei giorni vagheggiava di fondare un’associazione no profit per favorire la pratica sportiva dei giovani di Denver. Appena conquistato il titolo nel 1964, Cassius Clay si era convertito ufficialmente alla fede musulmana e aveva mutato il suo nome in Muhammad Ali; intanto gli era stato revocato il titolo WBA (World Boxing Association), che assieme alla WBC formava il titolo assoluto. La rivincita che Muhammad Ali concesse a Liston era perciò limitata al solo titolo WBC (il titolo WBA, nel frattempo, era stato assegnato a Ernie Terrell, un ex sparring partner di Liston). Nei mesi successivi si verificarono avvenimenti sconvolgenti. Malcolm X era stato assassinato, un incendio era stato appiccato all’appartamento di Ali, la sede newyorkese dei Black Muslims era stata distrutta da bombe. Dopo il discusso esito del primo incontro, la rivincita tra Ali e Liston non sembrava avere molta credibilità. Il match fu dapprima fissato a Boston, poi revocato, fu rifiutato dalle principali sedi pugilistiche statunitensi e infine anche da Las Vegas. Alla fine l’incontro si disputò nel 1965 a Lewinston nel Maine, una sede secondaria, di fronte a una platea semivuota. L’immagine di Muhammad Ali che sovrasta l’avversario al tappeto (immortalata da un celebre scatto del fotografo Neil Leifer) è divenuta una delle più celebri